L’ospedale psichiatrico di Volterra o Frenocomio San Girolamo ebbe origine nel 1884 come ospizio di mendicità per i poveri del comune. Cominciò la sua attività con 4 degenti e registrò nel 1942 il massimo di presenze contando 4145 pazienti e 770 dipendenti.
Negli anni ‘20 il complesso ospedaliero comprendeva 13 padiglioni destinati ai malati ed ai servizi e svariati edifici quali officina, molino, forno, etc. che servivano ad assicurarne l’autosufficienza.
Gli ultimi padiglioni furono costruiti sul Poggio alle Croci per l’assoluta mancanza di spazio edificabile. Il Poggio fu scelto per la vicinanza al frenocomio stesso, cosa che consentiva di usufruire completamente dei servizi generali di quest’ultimo.
Nel 1926 fu realizzato il padiglione Charchot come ricovero femminile. Successivamente il Ferri, per ospitare pazienti pericolosi o ritenuti tali, ed infine il Maragnano per gli ammalati di tubercolosi.
Il direttore fino ad allora era stato il professore Scabia, che aveva cercato di realizzare un manicomio autosufficiente con officina, azienda agricola e perfino una propria moneta; cercò inoltre di curare i degenti con la terapia occupazionale, escludendo l’uso su di loro di strumenti fisici coercitivi. Ma non ebbe il successo sperato e dopo la sua morte, avvenuta nel 1934 (si fece seppellire nel cimitero dove venivano inumati i cadaveri dei degenti non reclamati dalle famiglie) nell’ospedale si rafforzò il regime poliziesco ed una organizzazione piramidale che escludeva di fatto il rapporto tra staff tecnico e pazienti. Questo a maggior ragione nel “manicomio criminale” Ferri. Gli infermieri non potevano dare notizie ai parenti dello salute psichica del malato né ai pazienti notizie dei loro parenti o di quanto avveniva nel mondo. Anche la corrispondenza non veniva mai recapitata ma conservata in loco. A questo riguardo è stato da poco ripubblicato il libro “Corrispondenza negata” uscito una prima volta nel 1978 e contenente alcune delle lettere che non furono mai spedite.
Nel 1963 si cominciò a cambiare il regime carcerario fino alla definitiva chiusura di tutto il manicomio nel 1978 con l’entrata in vigore della legge Basaglia.
Il padiglione Ferri è famoso per le incisioni fatte dal degente Oreste Fernando Nannetti, soprattutto sulle pareti esterne degli edifici manicomiali. Sono circa 180 metri x 2 di frasi e disegni eseguiti senza una logica apparente. Di lui e della sua opera parleremo in un prossimo numero della rivista. Qui sotto intanto un’esempio significativo del suo lavoro.
“.. ha fatto caso a questi spazi lasciati vuoti sopra la panca? ci stavano seduti tre ricoverati, ogni mattina li portavamo al loro posto, sempre lo stesso tutti i santi giorni, lo si faceva per abitudine, a loro andava bene o meglio per loro non faceva differenza, erano, come si dice, catatonici, non muovevano un dito, non proferivano una parola, stavano seduti sulla panca appoggiando la schiena al muro; ci ha scritto tutto intorno, lui scriveva e loro non battevano ciglio intenti a fissare va a sapere cosa, può riconoscere anche i contorni delle teste, vede? una due tre ..”
Tratto da “Nannetti” di Paolo Morandi
Galleria fotografica a colori
Galleria fotografica bianco e nero
Riferimenti in rete
- Ex ospedale psichiatrico di Volterra – Wikipedia
- Ospedale psichiatrico (volterracity.com)
- Piano Attuativo Poggio alla Croci – Comune di Volterra (pdf)
Bibliografia
N.O.F. 4 Il libro della vita
Mino e Aldo Trafeli
Edizioni Bandecchi e Vivaldi 2016
La corrispondenza negata
Epistolario della nave dei folli (1889-1974)
Autori vari
Edizioni del cerro 2008
Le officine della follia.
Il frenocomio di Volterra (1888-1978)
di Vinzia Fiorino
Editore ETs
Il Frenocomio di S.Girolamo in Volterra
di Luigi Scabia
Pubblicato a Volterra nel 1910 dallo Stabilimento Tipografico A. Carnieri