Il quartiere dell’EUR, a sud di Roma, venne pensato, progettato e realizzato come sede dell’Esposizione Universale del 1942, da cui l’acronimo. Realizzato negli anni 30 del secolo scorso, non fu mai terminato a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Al termine della guerra ci si ritrovò, quindi, con una monumentale opera incompiuta e le Olimpiadi del 1960 furono l’occasione per rimettere mano a quest’area. Il commissario straordinario dell’Ente EUR, Virgilio Testa, portando avanti un progetto di decentramento amministrativo della capitale, incarica un pool di architetti della costruzione della nuova sede del Ministero delle Finanze su un’area di oltre 15.000 mq. Gli architetti scelti saranno Cesare Ligini, Vittorio Cafiero, Guido Marinucci e Renato Venturi.
E’ prevalentemente Cesare Ligini ad occuparsi della progettazione della nuova sede, pensando tre alte torri affiancate da altre due costruzioni più basse. Quattro edifici comunicano tra loro con una struttura di raccordo al primo piano.
Le due costruzioni più basse ospitano, rispettivamente, la sede del Ministro con gli uffici di rappresentanza e la sede del Comando Generale della Guardia di Finanza. Le tre alte torri, invece, sono adibite ad uffici ed archivio.
A seguito dello spostamento degli uffici del Ministero le torri sono rimaste in stato di abbandono sino al 2007 quando, per evitare probabilmente il sopraggiungere di vincoli storici che ne avrebbero bloccato qualsiasi trasformazione, furono interamente spogliate lasciando soltanto la struttura in cemento armato. Accanto ad esse stava sorgendo la cosiddetta Nuvola di Fuksas e una cordata di imprenditori, tra cui Fintecna e Ligresti, ottenne l’autorizzazione per finire l’abbattimento degli scheletri e costruire un maxi-condominio di lusso progettato dall’architetto Renzo Piano.
Le torri stavano quindi per subire lo stesso destino di un’altra importante realizzazione di Ligini all’EUR, il Velodromo Olimpico, che venne abbattuto nel 2008.
La successiva crisi immobiliare spinse gli investitori privati a ritirarsi e per anni le torri sono rimaste scheletri di cemento abbandonati a se stessi, a un passo dal grattacielo dell’ENI e dal Palazzo dello Sport, progettato da Pierluigi Nervi.
A fine 2015 iniziano i lavori di ristrutturazione per realizzare il nuovo quartier generale della Tim all’interno delle torri, ma a metà 2016 il Comune di Roma revoca i permessi e Tim si ritira riportando l’area al completo abbandono.
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