Lo stabilimento nasce nel 1927 come S.T.I.M.A. (Società Trattori Italiani e Macchine Agricole Italia),
un nome scelto dal duce al momento dell’inaugurazione, per volontà dell’ingegnere Pio Perrone, un industriale genovese (Gruppo Ansaldo, con diverse società controllate tra le quali la Dinamite Nobel e già proprietario dei quotidiani “Secolo XIX” e “Messaggero”).
L’industriale intuì le potenzialità di un’industria specializzata in macchine agricole in un periodo in cui la dittatura fascista aveva in programma grandi opere di bonifica e conseguentemente acquistò dagli Aldobrandini il terreno, tra il Tevere e la ferrovia Roma-Lido di recente costruzione, confidando nello sviluppo del trasporto fluviale sul Tevere e sul potenziamento della linea ferroviaria. Sperava così in un grande sviluppo industriale della zona, ma nonostante le sue conoscenze nel partito fascista, non si realizzò nessuna delle due ipotesi e lo stabilimento rimase l’unico isolato caso di industrializzazione ostiense.
L’edificio della fabbrica fu progettato dall’architetto Pietro Barbieri e si presenta con la facciata principale rivolta verso la via del Mare (4 ingressi) e due corpi trasversali collegati da uno centrale.
Lo stile architettonico dell’edificio è classicheggiante e si riallaccia volutamente allo stile della chiesa “Regina Pacis” di Ostia, costruita l’anno precedente (1926).
Le ambizioni di Perrone vengono infrante, oltre che dal mancato collegamento fluviale con Roma, dal costo elevato della corrente elettrica e del trasporto per ferrovia.
Nel 1938 l’ing. propone a Mussolini la riconversione della fabbrica per la produzione dell’acciaio, nel progetto di potenziamento della produzione bellica.
Nel 1941 la STIMA diventa Società Acciaierie Romane.
All’interno della fabbrica viene installato un forno per la produzioni di acciaio utilizzando il minerale estratto dalle sabbie di Ostia ricche di ferro (tramite la “cernitrice magnetica” Inventata dall’ingegner Giovanni Liguori che separava automaticamente la sabbia dalla ferrite).
“II 23 marzo il Duce, accompagnato dal Ministro delle Corporazioni, si è recato al Lido di Roma per assistere ad alcuni esperimenti di estrazione del minerale di ferro dallo sabbie ferrìfere del Litorale. Erano presenti il comm. Liguori, ideatore della nuova macchina, l’avv. Mattòli e l’ing. Frua della Società Breda. Come tutti i giornali hanno riferito, il Duce ha assistito ad una serie di prove che hanno dato ottimi risultati rilevando la perfetta efficienza del procedimento integralmente autarchico. Il Capo del Governo, che ha esperimentata personalmente una delle macchine, ha anche voluto rendersi conto sul luogo degli aspetti geologici del problema e si è vivamente interessato alle ricerche eseguite per accertare la consistenza dell’immenso patrimonio ferrifero racchiuso nelle sabbie dei nostri, mari. Possiamo aggiungere che sin dai prossimi giorni un primo gruppo di macchine Liguori inizierà sistematicamente sul lido di Roma l’estrazione del minerale di ferro: e che la Società Breda realizzerà entro brevi mesi il suo programma di costruzione della macchina in larghissima serie“
Tratto dal testo della foto precedente
L’industria prospera fino a raggiungere le 6000 unità lavorative, ma la caduta del regime segna la definitiva uscita di scena di Perrone.
Nel 1943 la fabbrica fu occupata dalle truppe tedesche e poi minata per essere probabilmente distrutta al momento della ritirata.
Nel gennaio del 1952 venne costituita la Breda Meccanica Romana di Ostia (esisteva già dai tempi della guerra la Breda Meccanica Romana di Torre Gaia che produceva armi).
L’attività principale diventa quella di carpenteria pesante e di rifacimento delle vetture della linea ferroviaria Roma-Ostia. Le foto seguenti sono di Pino Raselli tratte dal libro “L’Ex-Meccanica Romana presso Ostia Antica“.
L’interruzione delle commesse segna la definitiva crisi dell’industria e la chiusura nel 1979.
Nel 1981 la Sovrintendenza Archeologica di Ostia Antica mette sotto tutela l’edificio in quanto rientrante nel progetto di un parco del litorale.
Successivamente il Ministero dei beni Culturali, dopo il programma “Mirabilia”, redige un progetto in cui si prevede l’esproprio del fabbricato.
Durante questo periodo vengono svolte delle tesi di Laurea per il riutilizzo dell’edificio come centro museografico, scuola di restauro, centro musicale, sede del museo degli scavi di Ostia Antica.
Nel 1988 il progetto viene abbandonato e l’edificio, nel frattempo sotto vincolo totale, viene ristrutturato rispettandone la struttura esterna e diventa “Cineland” (multiplex cinematografico)
Nell’ala sinistra vengono realizzate 14 sale cinematografiche, la struttura centrale ospita fast food, l’edificio mensa e servizi degli operai diventa la quinta di un anfiteatro e nell’ala destra vengono ospitati un bowling, una sala giochi e qualche negozio.
Durante il periodo di abbandono vengono girate nell’edificio le scene di alcuni film tra i quali, “La luna” di Federico Fellini.
e “I mitici, colpo gobbo a Milano” di Carlo Vanzina
Durante la ristrutturazione dell’edifico venne realizzato un VHS che conteneva anche interviste e cenni storici.
Il titolo del filmato è “La Fabbrica” e gli autori sono P.Isaja e M.P. Melandri.
Qui sotto una clip introduttiva
Galleria di foto scattate nel periodo in cui l’edificio fu abbandonato.
Bibilografia
“Roma memorie della città industriale” a cura di E.T. Landini (Palombi Editori)
“L’Ex-Meccanica Romana presso Ostia Antica: nella logica dell’ecosistema urbano per il riuso del costruito” a cura di Hilda Selem (Officina Edizioni)
“La ricostruzione della S.T.I.M.A in multiplex cinematografica” di Paolina Conti (tesi di laurea)
Il Messaggero: articoli alle date 24/1/90, 15/12/90, 16/12/90, 8/5/91, 7/10/94, 8/10/94, 1/2/95.
Il Tempo: articoli alle date 15/10/94 e 29/10/94.
Corriere della Sera: articolo in data 1/2/95.
La Repubblica: articolo in data 1/2/95.
L’Unità: articolo in data 1/2/95.
Giornale di Ostia articoli alle date 7/10/94 e 3/2/95.
Metropolit: articoli alle date 15/10/94 e 4/2/95.